Shardik by Richard Adams

Shardik by Richard Adams

autore:Richard Adams [Adams, Richard]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


PARTE QUARTA

La Urtak – poi Kabin

32. La porta segreta

Si raccontano… ah, se ne raccontano tante sulla fuga di Shardik da Bekla, da cui iniziò l’oscuro viaggio verso la meta misteriosa, assegnata da Dio. Quanto tempo, dunque, restò dentro le mura della città, sotto la vetta del Crandor? Per il tempo, forse, che una nuvola impiega a percorrere un lembo di cielo? Una nuvola passa nel cielo e uno vi scorge un drago, un altro un leone, un altro ancora una turrita cittadella, o una rupe alberata. Alcuni riferiscono ciò che hanno visto, altri ciò che hanno udito. Tante, tante cose. Dicono che il sole si oscurò, alla partenza del Sommo Shardik; che le mura di Bekla si aprirono per lasciarlo passare; che la trepsis un tempo aveva i fiori bianchi e che, da quando lui ne calpestò alcune piante con le zampe insanguinate, cominciò a darli rossi. Dicono che l’orso piangeva, che un soldato morto resuscitò e gli si parò davanti con la spada sguainata, che divenne invisibile a tutti tranne al Re. Si raccontano molte cose stupefacenti.

Shardik, avanzando tra la nebbia e disperdendo gli atterriti bovini al pascolo, cominciò a inerpicarsi sulle pendici del Monte Crandor. Kelderek lo seguì. Udiva alle sue spalle aumentare il clamore nella città. Alla sua destra si stagliava, indistinto e irregolare, il Palazzo dei Baroni, simile a un’isola rocciosa al calar della notte. Si soffermò, incerto circa la direzione presa da Shardik. Qualche momento dopo, apertosi uno squarcio nella cortina di nebbia, riuscì a scorgere Shardik di nuovo – a circa un tiro d’arco di distanza – e vide che la ferita sul dorso gli si era riaperta.

Era questa una sfortuna che rendeva più difficile il suo compito. Procedendo con cautela, rifletté. La cattura di Shardik era solo questione di tempo, poiché dalla città alta si poteva uscire solo dalla Porta del Pavone o dalla Porta Rossa. Quanto a Elleroth, dovunque si nascondesse, non sarebbe riuscito a scalare le mura, tanto più che aveva una mano fuori uso. Non poteva trovar scampo, dentro le mura. Senza dubbio Maltrit, quel bravo e competente ufficiale, lo stava già cercando. Ma… se quelli che gli davano la caccia si fossero imbattuti invece in Shardik? Spaventato e confuso com’era, l’orso era troppo pericoloso: meglio non tentare di ricatturarlo, per adesso. Meglio evacuare tutto il bestiame dalla città alta, non fargli trovar niente da mangiare, quindi sistemare delle esche nella Fossa Rocciosa per indurlo a tornare. Tuttavia non si poteva lasciare che il Potere di Dio vagasse solo, senza ancelle e custodi, mentre tutto il suo popolo cercava scampo da lui. Bisognava dimostrare che il Pontefice-Re aveva in mano la situazione. Inoltre, la salute di Shardik poteva peggiorare prima del suo ritorno nella Fossa. Al freddo, ferito e affamato, poteva anche morire sulle desolate pendici orientali del Crandor, verso le quali si stava dirigendo. Bisognava tenerlo d’occhio, notte e giorno. E questo non era un compito facile. A chi affidarlo? Occorreva che il Re desse l’esempio, personalmente.

A un certo punto della pendice, il pascolo cedeva a un terreno roccioso, pieno di asperità.



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